La tecnologia è diventata ormai parte integrante della vita di ognuno di noi e nessuno può farne più a meno.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un'evoluzione inarrestabile degli strumenti tecnologici che ha introdotto nuove modalità di comunicare e di relazionarsi nonché portato a radicali cambiamenti nelle nostre abitudini di vita e comportamenti.
Mentre gli adulti si sono ritrovati a dover adottare tali pratiche ‘in itinere’, i cosiddetti ‘nativi digitali’, ossia bambini/e e adolescenti, sono invece nati/e in questa era....
Apprendono nuove conoscenze attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici e svolgono parte della loro vita sociale negli spazi digitali all’interno dei quali condividono idee, foto, video e commenti.
Proprio in questa realtà virtuale così sviluppata e utilizzata si cela, ahimè spesso, il rischio concreto che bambini/bambine e adolescenti possano imbattersi nei pericoli dovuti all’uso improprio, non sicuro della rete.
Questo perchè, se la tecnologia da un lato offre dunque numerose possibilità, come ad esempio la connessione istantanea con il mondo esterno e la ricerca costante di informazioni, dall’altro lato comprende anche molteplici insidie, come quella del Cyberbullismo.
Con questo termine si intende un comportamento aggressivo e intenzionale, agito da un singolo individuo o da un gruppo di persone nel contesto virtuale e/o mediato da strumenti tecnologici (Internet, smartphone, tablet, PC, ecc.) e piattaforme on-line (Instagram, Facebook, TikTok, Twitter, WhatsApp, ecc.) con lo scopo di danneggiare, molestare, ferire e/o mette in imbarazzo ripetutamente un bersaglio, la cosiddetta "cybervittima".
Nel Web, quindi, il cyberbullo minaccia, insulta e diffama la vittima attraverso un messaggio, una foto, un post o un solo tweet, innescando condivisioni, like e commenti con una maggiore continuità, intensità e velocità.
A fronte di ciò è legittimo chiederci....
Come possiamo contrastare tale fenomeno?
Cosa si può fare a riguardo?
Sono sempre di più i genitori e gli/le insegnanti che si pongono queste domande nei riguardi di un/una figlio/a o di un/una alunno/a che agisce o diventa vittima di cyberbullismo.
Ci sono due aspetti principali a cui prestare attenzione: da un lato il contrasto delle forme di violenza perpetrate online a danno dei minori e dall’altro la formazione, la sensibilizzazione e la prevenzione in merito all’utilizzo corretto della rete e allo sviluppo di ipotetici fattori di protezione. Per fare questo è importante focalizzare la nostra attenzione ai vari contesti in cui il/la bambino/a è inserito/a: la famiglia, i coetanei, la scuola, ecc.
Nell’ambiente scolastico, per esempio, possono nascere collaborazioni con organi pubblici (es. Polizia di Stato) e professionisti (es. Psicologi, Pedagogisti) al fine di contrastare, attraverso strategie adeguate e azioni repressive, le condotte antigiuridiche perpetrate in rete, ma anche di organizzare iniziative volte all’educazione alla legalità, alla riflessione e all’ascolto dei/delle giovani.
Per contrastare il cyberbullismo, è importante anche promuovere le attività, i laboratori e i giochi con lo scopo di incrementare i livelli di autostima e autoefficacia percepita e di favorire lo sviluppo delle capacità empatiche, delle norme prosociali e dei legami emotivi-positivi con le figure di riferimento (genitori e insegnanti). È inoltre essenziale che preadolescenti e adolescenti imparino a gestire le proprie emozioni, ovvero a codificare, decodificare ma anche a comprendere e regolare per poter poi gestire possibili reazioni negative come la rabbia.
Ora che i/le giovani, come anche gli/le insegnanti e i genitori, necessitano sempre di più dell’utilizzo quotidiano della tecnologia, gli interventi e le strategie preventive che mettiamo in atto devono rispondere in maniera rapida, completa e costante ad un fenomeno che sembra diventare sempre di più una ‘emergenza sociale’.
Comments